Febbraio 2021. Dieci anni fa il giornalista Matteo Tacconi ed io viaggiammo in Croazia, d’inverno, per documentare i luoghi della prima guerra su larga scala nell’ex Jugoslavia. Fu l’inizio della nostra lunga collaborazione. Per l’occasione ho rieditato quel lavoro fotografico, in bianco e nero, mentre Matteo ha scritto un testo, mescolando impressioni di quella trasferta e riflessioni sull’ex Jugoslavia.
Nell’estate del 2010 curai per il Festival Adriatico-Mediterraneo di Ancona una mostra collettiva di fotografia sull’ex Jugoslavia, a vent’anni dall’inizio delle guerre che l’avrebbero annientata. Facendo ricerca in rete mi imbattei in un lavoro di Ignacio Maria Coccia sul Kosovo realizzato alla vigilia della sua indipendenza, nel febbraio 2008. Scatti in bianco e nero, in cui atmosfere e cronaca, paesaggio e presenza umana ben si tenevano. Lo contattai per esporre, e lui accettò l’invito.
Qualche tempo dopo, in autunno, fu Ignacio a cercare me. Mi propose di andare a raccontare insieme i luoghi in cui scoppiò la guerra in Jugoslavia. All’epoca viaggiavo e lavoravo da solo, ma da tempo pensavo che valesse la pena collaborare con un fotografo: parole e immagini, le une a sostegno delle altre, per rafforzare un reportage. Il tema che Ignacio suggeriva era tra l’altro in linea con il tipo di racconto che ancora oggi prediligo, ossia seguire l’onda della storia e verificare come ha inciso luoghi e vite.
Partimmo a febbraio 2011 scegliendo di lavorare sulla sola Croazia. In Slovenia il conflitto del ’91 fu breve, appena dieci giorni. In Croazia al contrario fu guerra vera, su larga scala. Si scontrarono le due repubbliche più importanti dell’ex Jugoslavia, riplasmate dal nazionalismo di Franjo Tudjman a Zagabria e da quello di Slobodan Milošević a Belgrado. Quest’ultimo armò i serbi di Croazia, che istituirono un loro parastato secessionista; Tudjman voleva solo l’indipendenza, e tolse diritti costituzionali ai serbo-croati. La collisione violenta era evitabile.
Ci mettemmo in viaggio a bordo della Opel Zafira di Ignacio. La prima tappa fu Korenica, la località principale dell’area dei laghi di Plitvice, celebre attrazione naturalistica. Prima della guerra del ’91 i serbi costituivano la maggioranza della popolazione, ma in molti non sono più tornati. C’erano piccole fabbriche, quasi tutte fallite. Resta il turismo.