Non c’è luogo dei Balcani, dell’Europa Centrale o dell’ex Urss – l’Est, se vogliamo – dal quale non sia tornato senza fotografie di cani. Sono un punto fermo nei miei reportage. Sembrerà strano, ma meno li cerco e più li trovo, lungo la mia strada. In questi anni ne ho fotografati tanti, tutti cani randagi e quasi sempre malconci. Non mi abituo mai a vederli così, e quando li incontro mi sale sempre un nodo allo stomaco. Vorrei portarli con me, tenerli con me: in famiglia ne abbiamo accudite tante, di bestiole abbandonate. Ma so che non posso nulla. Sono lontano da casa, per lavoro, impotente nei loro confronti.
Ho deciso di stampare un piccolo libro su questi cani incontrati nelle trasferte a Est. Per ricordarmi di loro e, attraverso loro, raccontare venti anni di lavori in questo ramo d’Europa. “Le altre anime dell’Est”, questo il titolo che darò al volume, si compone di 35 scatti. L’introduzione è del giornalista Matteo. La trovate di seguito, insieme ad alcune immagini che andranno nel volume. Per ordinarlo: info@ignaciococcia.com
Viaggio da anni con Ignacio María Coccia. La prima volta andammo in Croazia, nell’inverno del 2010, sui luoghi dove nel 1991 iniziò a consumarsi il conflitto con la Serbia: la scossa violentissima che portò al tracollo della Jugoslavia. Misurammo la sua eco. Un giorno stavamo perlustrando in auto la zona di Gospic, dove gli scontri risultarono particolarmente intensi. Passammo davanti a una struttura industriale abbandonata. Ruggine, desolazione, polvere. Proprio in quell’istante, nel piazzale della fabbrica apparve un cane ossuto, dal muso triste. Ignacio fermò l’auto. Seguì per un paio di minuti i passi della bestia, resi insicuri dal vento tagliente che stava soffiando. “Forse lo carico in macchina e lo porto in un canile. Temo che sia stato abbandonato”, mi disse. Ma alla fine ingranò la marcia e ripartì. Non c’era modo di verificare se nei dintorni ci fosse un canile, né tempo: la tabella di marcia era serrata. Ignacio, poi, non era nemmeno del tutto convinto che il cane fosse rimasto senza padrone.